sabato 27 luglio 2013

SEGUO IL PESCE DELLA MIA STOLTIZIA

seguo il pesce della mia stoltizia
venendoti dietro
con il rogo acceso delle mie passioni,
e tu un poco mi ami
e un poco mi ammazzi.
io ti voglio bene lo stesso
e continuo a scriverti poesie
perchè son di questa razza,
mangio pane e uva,
e qualche volta pure addii e mezze stagioni.
son fatto come un marinaio in congedo
che la sua bella nave non l'abbandona mai.
son fatto a consolazione di antiche madonne
pieno di bauli di vecchie parole.
son fatto come una preghiera 
che non viene mai esaudita,
che recita il suo desiderio
e poi se ne va a terra da sola.
son fatto come un vecchio pazzo di manicomio
che crede ancora alla poesia
anche se non ne avrebbe più 
nemmeno una mezza ragione.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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