sabato 27 luglio 2013

SEGUO IL PESCE DELLA MIA STOLTIZIA

seguo il pesce della mia stoltizia
venendoti dietro
con il rogo acceso delle mie passioni,
e tu un poco mi ami
e un poco mi ammazzi.
io ti voglio bene lo stesso
e continuo a scriverti poesie
perchè son di questa razza,
mangio pane e uva,
e qualche volta pure addii e mezze stagioni.
son fatto come un marinaio in congedo
che la sua bella nave non l'abbandona mai.
son fatto a consolazione di antiche madonne
pieno di bauli di vecchie parole.
son fatto come una preghiera 
che non viene mai esaudita,
che recita il suo desiderio
e poi se ne va a terra da sola.
son fatto come un vecchio pazzo di manicomio
che crede ancora alla poesia
anche se non ne avrebbe più 
nemmeno una mezza ragione.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL POETA E LA SUA OMBRA

più sei ottuso
e più vai bene alle donne intelligenti.
più sei debole
e più ti cercano le aspiranti alla santità.
io devo confessare
che certe volte davvero vado barcollando
con le mie scarpe sfondate,
sono il triste autista
di una banda blues fallita ormai da tempo.
e così hanno ragione quando mi dicono
che vado per la strada
litigando come un pazzo
con la mia stessa ombra.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

SCRIVI UN MESSAGGIO D'AMORE OGNI TANTO, AMICO

scrivi un messaggio d'amore ogni tanto, amico,
non t'affossare nel tarlo
che macina piano ogni sospiro.
manda all'inferno la tua memoria
e ascolta invece
il tuo più intimo perchè.
la ragione non cerca mai l'amore,
al massimo un sogno al polo nord.
ma tu balza in groppa al cammello
e attraversa senza paura
il tuo stesso deserto interiore.
vai nella notte profonda
e baciale i seni,
tocca le sue cosce,
guardala dritto negli occhi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

venerdì 26 luglio 2013

IL MANICHINO

siamo innamorati di un manichino cotto,
uno che recita alla perfezione
la parte che ci immaginiamo.
è sempre fermo
e non parla mai.
l'amore perfetto ce lo inventiamo noi di notte
quando siamo completamente sbronzi.
è il nostro successo segreto,
la nostra solitudine popolata,
il fantasma inutile della nostra voce di pazzi.
eppure la tenebra non ci inganna
è l'amore è lì,
sotto di noi,
freddo,
che attende il miracolo
della nostra teologia fallita.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

FUMO

si gioca con se stessi,
con la propria testa di seta.
un sogno che è nel vento
e che tiriamo forte
per non cadere.
accanto ci galleggia un cadavere,
ma la corrente se lo porta via lentamente
con quella sua strana candela
accesa in fronte,
ma non siamo noi
e ci sentiamo salvo il cuore.
la delusione ci fronteggia
con la sue piante di città impossibili,
ma non siamo nel fango
e perciò si sentiamo almeno liberi.
certo che si sente ridere forte intorno a noi
ma per fortuna non sappiamo perchè,
e forse ci passa vicino Dio
e gli altri lo trovano così ridicolo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LA VITA NON HA SENSO MA E' BELLA LO STESSO

la vita va cantata sempre,
così come se ne viene
e così come se ne va.
è un fiume di acqua pura,
un deserto delicato.
è libertà
e rarissimo caso.
la vita è una violenza
che procede con magia,
un bacio
con corteo di insulti.
la vita è un abbandono
che non ti lascia mai,
vai via poi torni
e lei è ancora là.
la vita non ha senso
però è bella lo stesso.
la vita ti fa andare avanti
in ogni modo,
è un gorgo
ma ti tratta con incredibile dolcezza.
la vita è un pressapoco totale
ma la sua poesia è perfetta,
la vita è un numero davvero impreciso
ma la sua bellezza è infinita.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL POETA, IL DIAVOLO E IL BICCHIERE

chi si lamenta troppo alla fine si riduce
a parlar con se stesso,
e con il suo bicchiere,
se gliene rimane.
o a scambiare qualche chiacchiera col diavolo,
se ha da pagare.
il nemico è ottuso
se si dà l'evenienza che siamo proprio noi stessi,
è davvero un caso di omicidio strano,
la vittima inerme che ambisce a fare l'assassino.
non c'è più da che parte voltarsi.
il bicchiere fa la sua recita alla perfezione:
non ti dice niente.
il diavolo aspetta per vedere
come va a finire.
te ti ubriachi
e dovunque colpisci:
colpisci te stesso
senza sbagliare un colpo.
il diavolo si congratula,
il bicchiere finalmente parla:
e ti dice che non esiste poeta migliore.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

LO SPECCHIO

la donna vede nello specchio
un'altra donna, la bellezza.
l'uomo vede nello specchio la passione,
il nulla del suo ego
che stenta a cantare
il fiore di Afrodite.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

giovedì 25 luglio 2013

DUE AMICI

 Due amici per la pelle,
si prendono il bicchiere 
e ci mettono un pò di sale nel vino.
L'amore è triste,
s'è preso il cuore
e se ne è andato in Francia,
a farsi una nuova conquista.
Ma l'uomo lascia a casa il suo cappello,
chiama l'amico
e si fa una frittata di tutte le teorie.
La dolcezza è una geometria
ma non si sa quale siano i numeri.
E l'amico è un boccale,
te lo riempie
e sai che è quello.
Ma l'amore scappa sempre
e mai che si sappia 
da che finestra.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

L'AMORE E' SUPERBO

l'amore è superbo,
va poco assecondato.
ti riduce alla galera
con molta delicatezza,
ma poi ti accarezza
e ti riduce in cenere il cuore.
l'amore va nascosto,
perchè certezza di dormirci la notte
non ce n'è,
si nasconde per ubriacarsi
e fare festa con dei perfetti sconosciuti.
l'amore è un pungiglione molesto,
ti dice fiore
ma poi scappa via
come un guerriero senza mai memoria.
scappa dalla felicità,
dal conflitto armato,
dall'oblio che sempre si presenta
con la sua vendetta nel cuore.
l'amore è una dimenticanza di dio,
perchè trovi una pietra
e pensi che sia il tuo amore.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

L'INCENDIO DI UN CONCETTO

si rischia con tutte le cose in questa vita
ma con l'amore si rischia l'anima.
si comincia a giocare al gallo
ma la donna ti vuole fare in brodo,
padrone e servo
e si gioca a servire,
a comandare.
io potendo mandare a fuoco un concetto
accorcerei un pò il desiderio.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

mercoledì 24 luglio 2013

IL MONDO DELLE TELEVISIONI

una guerra di immagini.
una corsa di cavalli.
minestrone di dolori
a bollire nel pentolone sopra il gas.
lo studio del demonio a dare i migliori consigli
del pianeta.
e intanto si ama qualcosa o qualcuno
che abbiamo visto per sbaglio al ristorante.
un prete che studia saturno
e l'oroscopo di san Francesco
per tutti i bugiardi.
sorella luce, perchè non illumini
tutte le televisioni spente?
si scrive per trovar l'uscita da questa catastrofe,
ma la foresta non l'hanno ancora del tutto tagliata
per stampare la paura d'agosto
nè l'incubo di natale.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LA DONNA E' IN SE' UN CORPO D'AMORE

la donna è in sè un corpo d'amore.
un guaio di dolore
che ci cura con la bellezza.
c'è da esserne fieri
se finiamo tra le sue braccia.
è una sbornia di grappa di sogni,
ci perdi tutto,
anche il lume della cantina,
ma non c'è senso a questo mondo
se non cadi in questo mare.
è un angelo di paradiso la donna,
è l'amore,
è tutte le cose che fai
e che sei.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LE POESIE CHIEDONO SEMPRE AMORE AL MONDO

mi ricordo tutto
pure le poesie bruciate,
quelle che si portano via le lucciole
perchè son troppo furbe.
le poesie chiedono sempre amore al mondo
ma quello invece ama una strega
invece che un pesce allegro.
così non c'è proprio niente da fare,
la poesia è destinata a chiedere
e a raccogliere sempre
grappoli di inutili furori,
cassapanche piene di carezze stupide.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

QUANDO L'AMORE E' RAGAZZO

quando cavalcavo tutto pazzo nel mio romanzo
avevo campi d'oro
e paesi contadini,
quando conobbi la Russia
con quell'anima troppo grande,
quando vivevo in una radio
come una luce fulminata,
quando la baciavo tutta
e mi meravigliavo assai
che fossi proprio io.
il mondo correva con me
e l'avevo in una mano
come una pagliuzza di grano.
volai così tanto che andai a finire
in un sogno che non esisteva.
ero innamorato e ancora un ragazzo,
e lo potevo fare.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

L'ISTINTO


si ricorda sempre la bellezza il cuore
mai il sogno d'oro,
quel pianoforte di nuvole
che suonava la dolcezza del mondo.
l'anima si ricorda sempre la ferita
perchè le piace il sale
e il sapore delle lacrime.
solo l'istinto vive tranquillo,
mangia cenere
per far leggero il suo passo,
non si ricorda mai di nulla
perchè per lui il bacio
è sempre il prossimo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

sabato 20 luglio 2013

E INFINE S'E' TORNATI A TEATRO


e infine s'è tornati a teatro,
a recitare la commedia dell'eternità,
ma siamo più inverosimili
che eterni
e sulla porta ci aspettano i debitori
a reclamare indietro
tutte quelle estati passate a sognare l'amore.
son lussi che ora si possono permettere
solo i commercianti di letti pronti
e le gualdrappe
che dirigono programmi televisivi.
è finita la multiversità dell'invenzione della vita
ora è di moda l'univoca follia
della merce scadente di un ignoto dovere
spacciato con dovizia di particolari
per buona volontà.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

ALL'ALBA IL MALATO DI MENTE RITORNA

all'alba il malato di mente ritorna
rasente i muri,
torna al suo buco di internato
reduce dalla guerra delle cento bottiglie.
non sa il pazzo
che il vespro è già suonato per lui
il giorno che è passato.
ma è l'alba
e la sua furia s'è calmata alquanto,
il cielo gli è sopra
e nessuno ancora fa il suo nome
sul registro dei giudici degli spaventi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

SI VA DA SOLI ALLA GUERRA DELL'AMORE

si va da soli
alla guerra dell'amore,
senza compagni di ventura
o cori di accompagnamento.
un uomo si vuole bruciare
ed essere il solo testimone disponibile.
ognuno vuole calcarsi in segreto
nell'infinito.
poi disperarsi
e andarsene in giro per sempre
a rubare baci a chi capita.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

TEMPESTE D'AMORE

ci sono tempeste in giro,
arrivano,
si avvicinano ancora,
poi se ne vanno via.
ma rimangono sempre all'orizzonte,
pronte a ogni evenienza.
ci spiano,
con i loro occhi azzurri e neri.
son forse bandiere 
che conserviamo per noi stessi,
quelle delle nostre ritirate
così scomposte e furiose.
son lì sulle montagne ora
ma ci impediscono di uscire
a fare le farfalle,
vendere qualche storia venuta male
a quelli che vanno a comprarsi il gelato.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

giovedì 18 luglio 2013

UN DELUSO DAVANTI A UNA VETRINA DI MANICHINI SEMINUDI DI DONNE

il deluso cerca la femmina
ma nessuna si muove.
l'amore è pazzo
e domani è un altro giorno:
si spera di guadagnare qualcosa.
l'estate è zitta,
fa ancora freddo,
e nessuna parla manco per sbaglio.
domani è un altro giorno
si spera di essere felici almeno un pò.
ma tutta la città ormai
è solo un muro da abbattere.
nei negozi non c'è più nessuno.
solo quattro manichini 
che ti fanno solo
pensare 
a una vita spesa per nulla
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

SON QUI, CON LE CHITARRE DEI PINK FLOYD DELLA MIA GIOVENTU'

son qui,
con le chitarre dei pink floyd della mia gioventù.
cerco mormorii scomparsi,
gatti sulla soffitta del cielo,
il coro dell'autobus che ci portava al liceo,
in piedi
senza abbonamenti
e pure con tanta luce.
sorgi e splendi:
è il mattino della tua gloria.
la testa a mulino,
per scarpe i tappeti volanti.
non si era mica tanto diversi dalla verde primavera.
i capelli lunghi
come le amicizie.
si respirava profondo
in armonia con l'anima.
la notte si scalava
tutto ciò che si incontrava sul cammino.
anche la bellezza.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LEI

il primo mistero che ti bastona la testa
è lei.
tu e lei.
tu sei nella sotterranea
col fanale spento del treno.
vuoi correre
ma non sei mica un sole.
sei solo uno che cerca di vivere.
la tua anima cucina i soliti ceci,
nulla da scambiare
con la bottiglia chiusa della sua bellezza.
cammini al buio
e non sei neanche un pensiero.
dipingi la tua illusione
e credi che sia il futuro.
ma è soltanto una breve cartolina
spedita senza francobollo.
non partirà mai nemmeno dalla posta.
la tua storia sarà come di consueto
del tutto improvvisata.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

mercoledì 17 luglio 2013

SOGNI DA LONTANO

Vivo come in una dimensione di sogno
che mi tiene distante
dai comuni moventi del giorno.
E' come se il mio stesso carattere
sia diventato una favola,
non trovo più le solite bestie feroci
ma i miei stessi sorrisi.
Dormono le mie pazzie
e faccio fermentare i miei pensieri
in un liquore d'amore.
Sono ubriaco forse
ma son felice.
La mia donna mi scrive
e mi manda le carezze
della sua voluttuosa bellezza.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

DESIDERIO

Ti sei scordata le calze
del mio desiderio, amore.
L'ho sognato forte
voltando il tuo cuscino.
Ora faccio il portiere del tuo ritorno
e scopo le pagine della magia
perchè il libro del cuore
senza di te non ha mai sonno.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

mercoledì 10 luglio 2013

TRE DONNE AVEVA KAFKA E UNA BUKOWSKI

tre donne aveva Kafka
come tre bombe inesplose nel suo cuore.
come una talpa se ne scappò
dalla semplice visione del cielo,
perchè il miracolo della caffettiera calda
non glielo fece nessuna.
e anche Bukowski alla fine trovò qualcuna
che gli comprasse i biglietti del tram
solo perchè nella scarpa
gli nascevano sempre 100 dollari.
GIUSEPPE D'AMBROSIO

L'OCCHIO TRISTE DEL PASSATO

il tempo è nero
e non c'è modo di cambiare orizzonte.
anche il passato ha l'occhio triste
e guarda gli attimi
come per un oscuro furore.
bambole di filastrocche
che si bruciano come tutte le parole.
il futuro è una palla di biliardo
che oggi diverte molto
nei circoli dorati delle carogne.
GIUSEPPE D'AMBROSIO

CARO AMORE TI SCRIVO

si scrive per andare lontano,
per amare una meraviglia
che una pioggia ci ha portato via.
si mangia in solitudine ora,
all'hotel della decisione nera.
sulle strade dei risvegli ghiacciati.
GIUSEPPE D'AMBROSIO

LA TRAPPOLA DI QUEL CHE NON CAPISCI MAI

la trappola scatta quando ti fermi.
quando comincia a piovere all'improvviso
e ti devi riparare per forza
sotto il tendone delle cartucce bagnate.
son mondi che vengono da lontano,
ti sfiorano il braccio
e poi scappano come pesci.
a te ti tocca nascere un'altra volta
o per prudenza 
salvarti nella melma.
e infatti dopo poco esce di nuovo il sole
senza che tu ci abbia capito niente.
GIUSEPPE D'AMBROSIO

LA PIZZA

che domanda,
ogni grande desiderio è segreto.
i rumori si fanno per cose di poco conto,
ma le carezze sono tutte nascoste
dietro puntini di sospensione.
al telefono parlano solo le voci delle ombre,
i corpi sono contenti del pane
e se ne stanno sempre zitti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO

L'ESTATE AVANZA NELLA DECADENZA MA PER FORTUNA SI CONTINUA A RIDERE CON POCO

quante risate nel cortile.
più l'estate avanza nella decadenza
più la gente se ne scappa nel fumo.
le teste son troppo in alto per mettersi a ragionare.
il cuore invece ha le voci dei bambini
e quelli giocano sempre con le poesie
di giocattoli fatti con poco,
basta una gamba allungata
un coperchio scassato
e la vita riprende la sua solita allegria
anche se in casa è tutto da aggiustare.
GIUSEPPE D'AMBROSIO

lunedì 8 luglio 2013

SOLITUDINE

i nostri cuori insegnano qualcosa di sottile
alla fantasia delle mani,
l'abbandono alle notti calde 
del nostro rimanere soli
a pensare l'amore.
la casa silenziosa
e tutte le luci accese.
quei fogli cari
a fare il forte tomo
dalle ali possenti.
l'orizzonte fine del nostro letto
solamente su noi stessi
e i nostri grandiosi sogni.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

domenica 7 luglio 2013

I CARDINALI

L'uomo non ha motivo di disperarsi eccessivamente. Tutto di quel che combina viene dimenticato, e non ci sono tracce oltre i 50 milioni di anni. Tutto va a dormire.
    E forse anche per questa notte potrai chiedere consiglio a Dio. Ma la porta di casa tua è stata sprangata e tutti i tuoi amici son stati cacciati via da un'epidemia di peste di polli.
    In passato fummo pure cardinali ma ci rubarono la bicicletta e rimanemmo inopinatamente a piedi. Il prezioso rubino dell'anima ce lo rubò poi il demonio del mercato. Ora siamo qui che aspettiamo notizie dell'impero degli ammalati di testa. 
    I nostri nonni furono socialisti e furono maledetti. Di illustri sconosciuti ora ne è infestato il mondo. Siam tutti su librodifacce e tutti siam qualcuno in un immenso mare di ben preciso anonimato. 
     "Chi sei tu?"
      Nessuno lo sa dire, nè può.
      Ci tolgono i soldi dalle tasche e ci mettono un ghiaccio che non si scioglie più. Il calore dell'amore vien messo sul conto dell'inferno, che paghino loro la bolletta se sono ancora in abbonamento.
     Il cielo non ha occhi e tutti i cosmi vanno bene per lui. Qualcuno comunque ancora ce la fa.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

L'ADDIO

sei un impero di petali e rondini
che mi infuria nel senno
e me lo stravolge.
sei andata via,
come si conviene in questi casi,
e hai lasciato l'amore morto
a continuare il discorso infinito.
frammenti di delitti
che mai vengono rilevati.
ma l'addio è una mano
che non si fa mai seppellire,
vien fuori inutile come il niente
e continua a parlare a dismisura,
anche se sa benissimo
che è tutto stupido
tutto quel che dice.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

TU MI RUBI IL VINO

tu mi rubi il vino,
mi mangi il cuore.
ti dico che ti amo
ma invece ti odio
e metto in campo 
tutta la mia follia
per sentirmi come te
sempre innocente.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

giovedì 4 luglio 2013

UN'ANIMA VERDISSIMA

me ne hai messe di corna
sia di sera che di mattina.
cercavi grano saraceno
e granturco americano.
avevi un'anima verdissima 
che agognava a tutti i frutti della campagna.
ma chi se ne adonta?
la natura ha la sua volontà
e l'uomo non ci capisce un'acca.
non ti scusavi nemmeno,
mettevi fuoco a casa mia
e poi ci recitavi sopra una bella commedia allegra.
eri una dea che si era tagliata i capelli,
e si era messa calze velate nere.
anche le pozzanghere di fango
si illuminavano al tuo passaggio.
che farci?
io non dicevo niente e guardavo,
tanto quella parte del carme all'inferno
ce l'avevo pure io
e forse mi piaceva pure.
chi lo può dire?
tu eri una regina sul trono
io un lumpen che non faceva il vassallo
che a un'estrema bellezza.
ero sicuro che nessuno mi avrebbe mai condannato.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

SEMPRE NUOVO

se sei sempre nuovo
puoi diventare quel che vuoi,
metterti un cappello buffo in testa
e far ridere il tempo.
la gente ti fa andare avanti
se davvero ti piace quel che ti piace.
il tempo se ride ti dà una coperta calda,
un bicchiere di sana follia
e un carro per portarti dietro 
tutte le tue stupidaggini.
il tema della maturità
non l'ha scritto ancora nessuno alla perfezione.
e allora c'è sempre da scriverlo sempre diverso,
sempre nuovo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LETTERATI

la follia della scrittura è un'amante meravigliosa:
non ti tradisce mai.
hai colpe e non lo sai,
sei un vagabondo e te ne freghi.
ti disprezzano
dopo averti raccontato le loro vergogne,
ti accusano di essere un eterno ragazzo
e sono ancora all'asilo infantile.
loro,
gli eterni villeggianti della letteratura.
raspano biglietti gettati ai tuoi piedi
e dicono molto
anche se non hanno nulla da dire.
foto bianche
e teste rapate,
con il cameriere al seguito
e la segretaria rampante.
"te puzzerai per sempre di terra",
mi dicono
senza nemmeno sapere cosa significhi
fare il contadino.
non so se sono scrittori o antichi egizi,
non si accorgono di me
nè di nessun'altro che non sia della loro parrocchia.
è strano da dirsi
ma a Milano non si vedono nemmeno le stelle
per quanta luce di gloria
buttano sempre all'aria
loro.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

martedì 2 luglio 2013

CUORE MIO

pretendi troppo da te stesso, cuore mio, 
porti su 5 pacchi di coscienze
e 2 di visioni di pasolini.
e non t'aiuta nessuno,
nemmeno un cane.
son lì sulla panchina che ti guardano faticare
e intanto spacciano droga,
rubano lettere,
tagliano rose 
da sotto il naso della santa madonna.
son 1000 anni che ti fai queste dannate scale,
questi t'ammazzano prima o poi,
così datti una regolata, cuore mio.
e anche se so benissimo che non lo farai mai,
io te lo dico lo stesso.
è già tanto portare a spalla la tua coscienza
e trascinarti addosso tutti i tuoi sogni.
tanto giochi per te stesso, lo sai bene,
gli altri ti applaudono solo se vinci,
se perdi manco più ti degnano di uno sguardo.
così, cuore mio,
vai per la tua strada senza preoccuparti più di nulla,
la campagna di questo mondo
è davvero larga
e molto lunga per continuare ad andare avanti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

lunedì 1 luglio 2013

LA FATA

io mi sono innamorato di una fata
che esiste solo nel mio cuore,
mi succhia a ventosa tutto il mio sperma
con il suo sguardo bianco.
è con la fantasia di una dea
che qualcuno s'insinua nei fiumi dei miei desideri
e mi annega di piacere
per mia stessa colpa.
io non so come salvare questa mia anima infame,
che si perde tutta la terra
per una nuvola vagante
che si è messa un rossetto molto erotico.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

OH MY GOD!

la parola moderna è il serpe
che ci offre il paradiso perduto
della prima pagina della creazione
e invece ci avvia a una prostituzione universale
senza nè capo nè coda.
il senso vince la ragione
e l'eternità rincula dalle nostre anime.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO