venerdì 26 luglio 2013

FUMO

si gioca con se stessi,
con la propria testa di seta.
un sogno che è nel vento
e che tiriamo forte
per non cadere.
accanto ci galleggia un cadavere,
ma la corrente se lo porta via lentamente
con quella sua strana candela
accesa in fronte,
ma non siamo noi
e ci sentiamo salvo il cuore.
la delusione ci fronteggia
con la sue piante di città impossibili,
ma non siamo nel fango
e perciò si sentiamo almeno liberi.
certo che si sente ridere forte intorno a noi
ma per fortuna non sappiamo perchè,
e forse ci passa vicino Dio
e gli altri lo trovano così ridicolo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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