martedì 28 gennaio 2014

BLUES DEL POETA INUTILE

Siete molto spietati, lo so,
ed è una gentilezza davvero straordinaria
da parte vostra
far finta che io sono un uomo invisibile,
e che non mi trovo mai nel posto giusto
comunque,
in quella vostra materia 
in cui siete dei perfetti professionisti.
Ma allo stesso tempo so che la neve è pura
e anche l'uomo qualche volta lo è,
ma ormai la mia anima
siete abituati a prendervela gratis
che in conclusione a me
non mi importa nemmeno più.
Perchè mi cercate allora
se sono un poeta inutile
che non è nemmeno capace 
di guadagnarsi da vivere?
Non mi importa niente se sono povero
e comunque meno pazzo di voi.
Il mio amare me lo porto ancora in giro in città,
e le strade mi fioriscono in giro
di sorrisi inventati e no.
Non riuscite nemmeno più a vedermi
tra i venditori abusivi di regine truccate,
ma io sono lì
con i miei carrellini pieni di sogni
che luccicano così bene sotto il sole.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

mercoledì 22 gennaio 2014

IL TENENTE PHIL

Il tenente Phil ha il cervello fuori uso,
gliel'ha dato il maestro
come premio per la promozione,
quando l'America vinse la Germania
a una guerra mondiale
per la settantesima volta.
Il tenente Phil ha una moglie polacca,
una brindisina
e un'altra aliena,
le ha trovate al supermercato dei giocattoli
perchè la sera 
non aveva nessun fumetto da divinare.
Ah, maledetti editori,
maledetti,
m'avete infangato con le vostre fesserie,
maledetti,
m'avete mandato di nuovo all'asilo
a reclamare caramelle per le vostre mantenute.
Ah, maledetti diavoli
che mai volete fare il maledetto lavoro vostro.
Il polpo fritto è fiero di voi al ristorante,
l'oste mi offre un goccio di vino di nascosto
e mi prende per un ubriacone.
Il tenente Phil prende il sole sotto la svastica
e guarda passare al passo dell'oca
il senso di colpa
di tutto il popolo degli impostori.
Il tenente Phil lo rispettano tutti in piazza
ha un buco nella giacca
proprio dove il re d'Inghilterra
vinse una coppa gelato gigante.
Le sue scarpe sono troppo strette
e se ne stanno tutte nuove a casa sua.
Tutti in piazza lo salutano
e gli offrono un goccio di vino di nascosto
così quando sarà ubriaco
lo potranno cacciare tranquillamente.
Siete qui, amici?
No? E allora chi siete voi?
La gente? Quale gente? Non vi conosco mica!
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL BAMBINO CHE ANCORA RESISTE

Ricordo me stesso ma non sono qui,
forse non sono nemmeno io stesso.
Sogno ancora qualcosa
ma se n'è andato chissà dove.
Una volta ero bambino
e chissà forse lo sono ancora,
mi mettevo in strada sotto un lampione
e un amico mi raccontava
che esisteva il mondo.
Poi la mamma mi chiamava
e andavo a mangiare un piatto di pane cotto
con un brodino molto bollente,
così bollente che mi sento scottato ancora adesso.
Vuoi essere campione del mondo a pallone?
Allora cercati la squadra giusta
e un Dio che non ti volti mai le spalle.
Non son tanto bravo
ma sta' sicuro che ce la metterò tutta.
Son qui
ma non so dov'è,
forse sono ancora sotto il lampione
e il mio amico mi racconta che esiste il mondo.
Son caduto dall'ulivo
e mi son fatto male al ginocchio,
mio padre non m'ha manco sgridato
perchè son salito
per ubbidire proprio a lui.
Ma perchè non è sempre così?
Perchè non pensa che io gli ubbidisco sempre?
Mio fratello m'ha difeso
ma la cartelletta dei miei segreti
me l'hanno rubata lo stesso.
Ma perchè mia zia non ha mai voluto
che io me ne andassi in America?
Ma perchè la vita è un sogno
che mai si ferma un attimo?
Si va via
e si ricorda ancora tutto,
si torna indietro
e nulla è rimasto ancora come prima...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

lunedì 2 dicembre 2013

IN MACCHINA, ANZI CHE NO

il poeta è un fulmine di un secondo
che vuole diventare cometa eterna
nella pazienza delle parrucche
di tutti i "si dice così e non cosà",
ma la gioventù gli diluisce tutti i possibili paragoni
e allora si riduce a sgomberare il campo
da tutti i messaggi smisurati.
se ha amato,
è affare che riguarda solo lui,
ma la macchina pure era in affitto
e non porta rimpianti neanche lei.
la poesia così risulta così difficile
che per farla devi rinunciare al plauso degli altri
e sotterrarti solo nel scialbo plauso di te stesso.
saputo infine questo
i baioni declinano il cortese invito
e spariscono nei salotti
a trincare cicchetti,
e a guardare di sbieco le gambe delle belle donne.
(non c'è niente di male in questo,
"anzi", dissero in coro tutti i poeti).
GIUSEPPE D'AMBROSIO

domenica 6 ottobre 2013

ABBRACCIO CON FANTASMA



lei mi prende per invisibile
e invece sono io.
fatto di zero, va bene,
ma vado al mercato pure io
a comprar poesie, cioccolate
e paste scotte di contadini.
mi batto come posso
ma son fatto di nuvole
e ogni vento mi sbatte via,
mi acculturo sul giornale
ma se non è una mosca
ecco che viene una zanzara.
forse dovrei fermarmi,
pensare a tre capitoli
e smetterla lì.
ma sono in trappola
e me l'han scritto pure in fronte,
a caratteri di fuoco
che fanno pure un pò male.
ma son fatto d'aria
non si legge niente
e meno male che son nessuno
così non mi ride dietro
nemmeno lo spazzino 
quando al mattino mi vede uscir di casa.
lei per fortuna è una grande immaginaria
così torno a esistere
e mi riesce pure di abbracciarla.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

venerdì 4 ottobre 2013

ROMANZO IN UNA FOTO



due persone guardano,
una da un ritratto
una da una televisione.
lei intanto sta per andarsene
con la sua bellezza, la sua lussuria,
la sua estrema indifferenza.
lui vuole salvarsi
ma è lì lì per affogare,
lo tirano giù il telefonino,
quattro matite
e l'amore di lei che non è mai esistito.
certo è stato felice e non lo nega,
ma forse solo con la sua illusione
e perdipiù è già ottobre.
si salva solo perchè il soffitto è fatto d'acqua,
allora lui riemerge
e torna nel suo mondo fatto di niente
ma almeno più tranquillo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LA VERA PARTITA



facciamo sempre quello che ci dicono loro,
non possiamo fare altrimenti.
la vita è un gioco d'azzardo
dove per forza devi puntare tutto,
o quel niente che ti rimane in mano
dopo che sei stato felice.
così capisci che la partita non è sulla posta
ma per la partita stessa.
si vince giocando
anche se perdi su tutta la linea,
a questo sono in pochi che ci arrivano.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO