venerdì 19 aprile 2013

LA TESSERA DEGLI APPUNTAMENTI

me la caverò a prescindere
sulla linea del lontano temporale,
che mi moltiplica gli appuntamenti
come i caparbi ticchettii della pendola,
che innalza lune sull'antico palcoscenico.
mentre tu nel frattempo ti ritocchi il rossetto
per accalappiare sguardi e graffi
e bandoli di matasse
di pensieri senza nè capo nè coda
di uomini alla deriva.
io ti guardo
e me ne crollo all'indietro
come uno zaino senza più città
da visitare.
giuseppe d'ambrosio angelillo

L'ALTALENA SULLA LINGUA DELLA TUA PERSONALE ODISSEA

profumo di purezza
che è la vita,
mentre l'uovo dondola sul nido
e cova il pupazzo
sul maldestro tramonto
che arriva sempre tardi
costeggiando il cane del promontorio
dove al piano il vecchio pilota
di Ulisse
mangia piano le sue antiche ortiche bollite.
non si capisce mai niente
proprio quando vuoi capire tutto.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LA PARTITA MI SEMBRA CHE SIA IN FRANCIA

sul calendario di aprile
c'è lo schizzo di un romanzo
che sembra un cartoccio di lenticchie,
come una partita giocata in Francia
a porte chiuse e senza pubblico
mentre l'uccello di piombo
della mia paranoia
se ne cade a fondo
in un mare di calci in culo.
la neve cade nella trama
e il personaggio fa una bella figura,
in tasca però c'è un buco
da dove un bandito
mi rapina tutti i fiori.
fosse per me davvero farei la statua
con gli occhi fermi.
ma il cuore batte per conto suo
e allora son sempre costretto
ad andare all'arrembaggio.
il romanzo s'è messo in moto
ma il calendario di tutto l'anno
non se n'è manco accorto.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

mercoledì 17 aprile 2013

IL PONTE D'ORO DELLA BELLEZZA

il ponte d'oro della bellezza
ci fa passare indenni
attraverso ogni notte
con la ramatura incorporea
del pensiero d'amore.
il mondo è sempre felice
nella carezza calda
di questa terra di allegri sorrisi
che ci fa reali
come in una pioggia improvvisa.
c'è sempre una dea in reggicalze
che ci stampa
nel fitto quaderno
del suo cuore in fiamme.
così davvero c'è da essere contenti
per ogni minima cosa
che accade intorno
al nostro minimo guscio.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

DOPO UN PENSIERO D'AMORE

disegnata nella bellezza del fiore
scaldata con le turbine del sole,
uno sguardo elettrico
che salva la città,
e l'avvicina al cielo.
la pagina successiva
risulta sempre bianca
dopo un pensiero d'amore.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

POETI DI STRADA

ci sono i poeti
che aprono la strada
e la raccontano 
come fosse un razzo in partenza
per il cielo,
ma la ressa dei sentimenti
si accalca sempre
nel fondo
dell'estrema periferia,
dove vanno gli zingari
a dorare i dischi incantati.
i poveri che faticano
a trovare fratellanza,
perché la cruda sbarra 
della sofferenza
ferma anche i migliori morti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

NON SEI PIU' DIVERTENTE QUANDO SEI UBRIACO

non sei più divertente quando sei ubriaco,
quando da dentro il cervello
un diavolo proietta un film
di teatro crollato,
quando il sillabario del firmamento
ti suggerisce una notte di bagordi
e l'occhio ottenebrato
ti diventa una luna nera
che mi vuole portare un sacco di sfortuna.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

martedì 16 aprile 2013

CONVERSAZIONE DI MATTINA TARDI IN PIAZZA DEL DUOMO A MILANO

ogni giorno crea qualcosa
nella piazza di sole
piena di pupazzi in posa,
mentre i due poeti in bicicletta
hanno finalmente avuto i permessi
per andare a chiedere l'elemosina
alle galline e ai conigli di passaggio.
la città è nell'ombra
la città è cambiata in peggio
ora non sono molti anni.
i mammut si mangiano tutti i soldi
i merli si mangiano tutte le chiacchiere,
le barche gialle dei taxi
portano le mattine
alle spalle della cattedrale
e le voci si fanno tristi.
gli uomini hanno le mestruazioni
e le donne hanno l'utero incazzato,
dice un'amica del poeta di Brera.
il profeta invece dice che i cittadini
non hanno più tempo
di riparare le pentole rotte
del loro tempo ormai muto.
giuseppe d'ambrosio angelillo

L'ORACOLO DELLA POESIA

quando mi sveglio
si spacca in quattro
la mia città dei sogni,
e scappano via le volpi,
battono forte gli orologi fermi
e io mi ricordo
di una strana folla
che si accalca sterminata
nella mia anima.
i ladri di sonno
vanno a caccia 
di donne all'avventura
e i diavoli nel parco abbandonato
fanno raccolta di teste perse
nel nulla delle loro notti.
il sogno è davvero potente
ed è capace 
sempre di fermare il tempo
mentre il ramo del serpente
parla una lingua straniera
di un paese molto antico.
l'oracolo della poesia
ha sempre qualcosa da raccontare
a chi si sveglia
senza parlare.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

DONNE ROCK

rock di anime a farfalla
in mezzo a un prato
che accoglieva infanzie felici
da cantare a squarciagola
per la perfetta semplicità
della donna.
bocche senza più paure,
sorrisi all'attacco,
voci reali di futuro presente.
io son venuto qui per caso
ad ascoltare la natura.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

sabato 13 aprile 2013

E' CALDA L'IDEA

calda,
è calda l'idea.
raccoglie menti
e le manda all'ammasso.
tanto la modella dice a tutti
"sono tua".
gli sconfessati allora
si fanno a pezzi la parola
e partono allo sbaraglio.
ci vuole poca fantasia
per partire all'attacco
e conquistarsi la foschia.
la bambola dell'idea
bacia tutti sulla bocca
anche se è fatta di segatura usata.
è automatica la sua cattura,
tu osservi la tua creazione originale
e sei felice della tua fatica.
l'idea rimane d'altronde
tua prigioniera
e puoi farne 
sempre quello che vuoi.
e intanto scappi da te stesso,
che non ti interessa mica.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL SIMBOLO

l'ora del destino indifferente
che ti prende per mano
e ti porta alla botola.
si fa questo per argento,
per gemmare
e scampanare.
a vuoto pencola il peccato,
se il cuore si vuole rovinare
non c'è irrazionalità che tenga,
trova la sua cupa trappola
e la scambia per amore.
si stringe la realtà
nel palmo
e prende il suo desiderio muto
per simbolo
della sua vera voce.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

IL SOLE E L'AQUILA

viene il sole
nel mio nido di aquila trafitta,
per scoprire guardingo
fin dove l'apostata
mi ha graffiato la scorza.
ma il brutto tempo è passato
per fortuna
e il mio spirito è ammaccato sì
ma scintilla ancora
alla sua forte luce
come una fortezza di sogni
che sventola ancora le sue bandiere
a tutti gli Ulisse dei dintorni.
se l'amore è provato
il pazzo si rafforza all'infinito
nella sua grama follia.
non cede,
e la sua aquila
sempre vuole combattere
per gli alti e ostili nembi.
questo il sole lo sa 
e si diverte
a venirmi a trovare ancora.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL MINUTO DELL'ISTINTO

il minuto dell'istinto è più saggio
dell'ora della riflessione
pacata e ben meditata.
il tempo si riempie bene 
solo con la passione,
in cantina cresce solo la ragnatela
che blocca il baule
nella sua marcia immobile.
la spallata della tempesta
del mare della bellezza della vita
riesce a dartela
solo l'onda d'amore
che ti esce all'improvviso
dal profondo del cuore.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

OGGI COME OGGI GLI UOMINI NON PENSANO PIU' ALL'AMORE

la donna ha venduto 
la sua bassa metà
e la terra s'è spaccata.
il trombettiere dell'armata
ha suonato la carica alla superbia
e il mondo s'è tirato indietro.
non esistono più i mari
e le navi non servono più a niente.
gli uomini non pensano più all'amore.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL GIOCO DELLA TRUFFA DEL NUOVO DIO

il gioco non basta
a riempire una vita vuota
che vuole invece riempirsi
di felicità,
non di ignobili truffe.
alla cattedrale
le hanno sbucciato il tetto
e l'hanno spalancata ai corvi
per far prendere a calci un pallone
e far divertire 
un nuovo dio,
più spietato e più ricco d'oro.
anche il nulla 
vuole la sua preghiera.
e il feticcio gli porta il mercantile
da caricare di immobilità
e andare a scaricare i morti
in alto mare,
dove sulle rotte della tempesta
non si può costruire
nemmeno un sogno.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

DI DEE NE TRABOCCANO LE INSANE CONDOTTE

di dee ne traboccano
le balorde condotte,
per scartocciare insani destini
e ferirsi di strani reumatismi
le mani,
che per ricordarsi l'innocenza
si rimandano al dolore,
per grattare nel gelo
qualche prova di sentimento.
ma la rete è fatta di corazze
e gli assedi son condotti
a caso,
la tabletta non ti dà il profumo
e la bellezza la perdi nello scivolo,
quando cerchi l'acqua pura
e invece sei trascinato nell'abisso.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

MEZZO BANCONE A BIDONE

il bastardo se ne va al mercato
per catturare la tipa,
si butta nelle vigne piene
il vigliacco
perchè di lavorare 
non ne ha proprio voglia.
il bancone gli serve a mezzo
per schiarirsi la voce di truffatore.
e per aprire e chiudere la bocca
e ondeggiare con la sua cozza
nella marea notturna.
che gli frega dell'amico?
vola con becco d'avvoltoio
con la piuma dell'invertito
per portarsi via il brillante
che mai potrà rubare.
perchè è solo un matto di manicomio
e non sa nemmeno cosa sono
le rose di diamanti
che ogni libro si porta dentro.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

NEL PARADISO DEL CUORE

nel paradiso del cuore
ognuno ascolta solo se stesso
perchè in questo pianeta
si sa bene cos'è verità
per noi stessi.
ma gli altri vogliono pontificare
soprattutto per quel che riguarda
l'umiliazione.
e allora il boschetto si affolla
di canoni,
di regole,
di stupide foglie di fico
da mettere su ogni tipo di sogno,
soprattutto sull'amore.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

BUKOWSKI ALLA MACCHINA DA SCRIVERE

batte a macchina l'uomo libero
e cerca le quattro stagioni
che parlino di cose
dedicate un pò a tutti.
per accendere a una a una
tutte le stelle,
per tutte le contrade.
una musica che urli a tutti
AMA!
fame di sogni,
passioni
e secchi di fuochi
che si accendono con rabbia
per tutta la vita,
quando il frigorifero è vuoto
e il cervello pieno.
l'inganno del nostro tempo
a fari spenti
che ci arriva dentro casa
di notte.
e io sono nato qui
e non ci posso proprio
fare niente.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

venerdì 12 aprile 2013

FINESTRA DI SOGNI

se non la finestra
è il bicchiere del vino.
nel suo lampo di visioni 
a tuffarsi
nella strada.
il pesce sacro dell'amore
che sotto ogni aria
soffia lunghe storie di baci.
e noi placidamente a splendere
sempre nei nostri sonni.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

MARE E CIELO

l'occhio al cielo
e al gravido mare
che s'innestano a meraviglia
nell'oscuro fiume 
della nostra anima
e s'allargano nella casa dell'amore e della vita.
il nostro caro pensare del gatto
che ammira il mondo
e non se ne meraviglia,
proprio come il lento vento
del silenzio.
si capisce tutto
o niente
davanti al cielo e al mare
che t'affrontano insieme
con un infinito
e un sublime.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

VOLO D'AMORE

e amando amando
lungo le stradine nell'alto
di quella oscura fantasia
che arriva 
fino al ginocchio di Dio
e a voce si sperde nella polvere
seguendo ammattito l'amore,
come una nuvola sulle terre,
e ascolta e veleggia nel tempo
come lo spirito
dell'uccello più forte del cielo.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO

SOMETHING IN THE AIR

pubblicitari, scrittori, truffatori.
facce che si affacciano 
dagli inferi
dai lupanari.
prostitute aggrappate 
con le grinfie
alle balaustre delle cattedrali,
squali in sacco a pelo,
enigmatici aviatori
in gran carriera di sgraffignatori
di appartamenti reali.
non son lucido, lo ammetto,
come il cane del padrone,
ma la cavalla s'è fatta pure lei
il gran salotto ammobiliato.
il gas ancora da pagare.
il letto da rifare.
la luna sbarca a buzzo suo.
tutti i santi pure in fila indiana
a reclamare la sbobba
alla triste parrocchia
di una metropoli
completamente allucinata.
tra l'economia e l'arte
vince chi fa più il difficile.
il fiume del denaro
scansa i bisognosi
e si butta 
nell'infinito oceano
dell'abbondanza irreale.
giuseppe d'ambrosio angelillo

giovedì 11 aprile 2013

BEI TEMPI

quando la follia era una prigione di sottigliezze
e la guerra si conduceva per estremi
che portavano in un mondo
di pronomi positivi
e le anime urlavano al muro
i loro soli abbandonati.
la battaglia era tra la carne e il sogno
e perdeva sempre l'arguzia della nuvola
che per troppa imperizia
portava il discorso degli altri
sulla pietà.
ma non ci sono amici
nel mondo del dolore,
ognuno va per conto suo
toccandosi accuratamente le balle.
la terra dei sentimenti
è molto discreta in quei momenti.
la strada è lunga per tutti
e il tramonto
dietro ogni finestra
del nostro muto egoista cervello.
giuseppe d'ambrosio angelillo

UN PIATTO DI ARANCE, VINO E PANE

quando la tavola è zeppa
e la fantasia eccitata
la trappola dei furbi
scatta per altri secoli a venire
e il mondo se ne va placido
a vorticare
nei certi meccanismi
di tutte le stelle accese.
ma gli uomini non si fidano
nemmeno più di loro stessi ormai,
e allora s'appesantiscono
di borse piene di nulla
e anneriti di brutti pensieri
non pensano nemmeno più
a come leggero
batteva una volta il loro cuore,
quando allegri cenavano
con un solo piatto
di arance, vino e pane.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

UNA CORNACCHIA SUL TETTO (E GLI UOMINI SOTTO)

la cornacchia sul tetto
non ha da andare a pagare
la bolletta del gas,
nè di andare 
a fingere con sua moglie
che si è dimenticato
di andare a comprare il pollo
per la cena.
lei cammina tranquilla sul tetto
e non pensa a niente.
non paga a nessuno
nemmeno l'affitto per la sua casa,
là in fondo alla campagna,
nè si preoccupa
di far sapere al suo governo
dove è andato senza permesso
a sgraffignare un uovo di piccione
abbandonato.
lei cammina tranquilla sul tetto
e sebbene piova a dirotto
lei non si preoccupa 
nemmeno
di procurarsi un ombrello.
è davvero tranquilla e placida
e cammina davvero senza fretta
sul tetto di proprietà del comune.
ma lei invece è convinta
che il mondo appartenga 
anche a lei,
stupida e ignorante cornacchia
e davvero non gli interessa
cosa gli uomini
vanno combinando
nella somma sapienza
della loro intelligente superfollia.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL PROBLEMA DI 4 BOCCALI DI BIRRA

un boccale, una faccia 
e una pista da seguire.
e per il deserto si corre con la birra
per passare per la città
a inseguire il piede
e fare tutt'uno con la pietà.
il dito dell'anima è fragile
come il pensiero del bene comune,
e i fatti da sdoppiare sui giornali
ti fanno poesia
anche se non hai chiesto niente
al cameriere
che vuole sapere il perchè
anche della sua inconsistente sbornia.
ma noi siamo profondi sotto il mare
della bottiglia
e incerti proseguiamo imperterriti
verso il nostro originale fallimento.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

LA POTENTE VOCE DELLA POESIA

la realtà ha una voce profonda
che scorta la mano verso la passione.
una voce sull'alta scala del desiderio
che va verso un solo attimo
per dedicarlo all'infinito,
al mistero dell'andare
e della dolce rosa dell'amore.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IL GIORNO DI ODISSEO

che strana fantasia
che ha tutto il giorno
di trovare la chiave al pane
e di dischiudere la bellezza
con un fiore.
ma per il miele è una lotta
tutta la vita
e richiede l'astuzia e la forza
di Odisseo,
che per il giorno richiese la contentezza
e invece la dea gli diede solo la destrezza.
giuseppe d'ambrosio angelillo

venerdì 5 aprile 2013

VISIONE DI UNA GRANDE FOLLIA

la mente si curva
in un ti amo che non si può dire,
perché la visione è una ladra di cielo
e la promessa un debito di dolore
che per nascondiglio
ha un combattimento a fuoco
con se stessi.
una ricostruzione di sazietà
che porta soltanto 
a un improvviso allarme
del cliente 
ad accorgersi del gravoso ritardo
sull'apertura della bottega
del raccolto vario e disperso.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO

IL SOGNATORE NEL SUO VOLO

un uccello in volo
con la faccia capovolta
e il becco di sogno duro,
con una ricchezza di orizzonte
che solo la neve può dare.
la speranza è un eterno presente
con gli occhi in alto di un uccello
che se cade in basso
non si spaventa mica.
il paese dell'anima
ha fontane di acqua dolce
che mai smette di sgorgare.
c'è una contentezza in alto
come in basso,
e una dolcezza infinita
nel calmo volo
di qualsiasi sognatore.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO

TUTTO E' POESIA

mi chiese una volta:
"sai per caso 
cosa significa castagna?"
io risposi:
"un piccolo pranzo".
"no", 
disse lei. 
"significa solo poesia".
G. D'AMBROSIO ANGELILLO